Benvenuto a Daniele Iorio, entra in LegisLAB come equity partner

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L’avvocato Daniele Iorio, esperto di diritto societario entra in LegisLAB

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LegisLAB ha il piacere di annunciare l’arrivo dell’avvocato Daniele Iorio (in foto), che entrerà a far parte della compagine come nuovo socio equity, con due collaboratori, gli avvocati Francesco Ferroni e Francesco Campochiaro.

Iorio, già socio dello studio legale CDRA, è docente di diritto commerciale all’Università LIUC di Castellanza.

Il percorso professionale in primari studi italiani e internazionali e i rilevanti track record  maturati negli anni di attività nei confronti di società di elevatissimo standing, testimoniano la grande esperienza soprattutto nel diritto societario, tanto in ambito litigation tanto in ambito corporate M&A.

L’avvocato Daniele Iorio vanta una esperienza molto significativa anche nel settore dei contratti commerciali in ambito giudiziale e stragiudiziale.

L’ingresso di Daniele Iorio consentirà a LegisLAB di rafforzare ulteriormente queste aree di attività, con particolare riferimento alla practice di corporate M&A, in cui LegisLAB fa già rilevare una forte reputazione sul mercato per le numerose operazioni straordinarie, domestiche e internazionali, portate a termine con successo negli ultimi anni.

«Con l’arrivo di Daniele – commenta il Managing Partner, avvocato Alberto Porzio – LegisLAB consolida il suo posizionamento nei settori strategici del diritto commerciale, societario giudiziario e nella consulenza corporate M&A, molto apprezzata dai clienti».

Sport e Ramadan

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Ramadan sport LegisLab

Perché i club calcistici non sarebbero legittimati a contestare eventuali (e comunque non comprovati) pregiudizi alla performance sportiva in relazione al digiuno

 

Ramadan sport LegisLab

Nell’articolo pubblicato su “Le Regole del Gioco”, blog di approfondimento di diritto sportivo dello Studio legale LegisLAB, l’Avvocato Paolo Marsilio ha analizzato la fondatezza di eventuali azioni legali esperite dai club calcistici (specie di Serie A) nei confronti dei rispettivi calciatori musulmani, a fronte del prolungato digiuno a cui saranno chiamati nel mese del Ramadan e delle eventuali ripercussioni in termini di performance sportiva.

Con l’inizio, sabato 2 aprile, del Ramadan – il nono mese del calendario musulmano, dedicato alla preghiera e al digiuno – tutti gli uomini e le donne di fede islamica, con la sola eccezione delle persone malate, di quelle in viaggio, dei bambini e delle donne incinte, sono tenuti ad astenersi quotidianamente da cibo, acqua e qualsiasi altro tipo di bevanda, fumo e rapporti sessuali, dall’alba fino al tramonto.

Orbene, ai sensi dell’articolo 9 del Contratto collettivo dei calciatori di Serie A, sussiste un obbligo per i calciatori di curare la propria integrità psico-fisica in funzione delle prestazioni sportive che sono tenuti a fornire. Analogamente, ai sensi dell’articolo 10, devono osservare le istruzioni tecniche e le altre prescrizioni impartite per il conseguimento degli scopi agonistici.

In via puramente astratta, le norme sopra richiamate potrebbero porre in una condizione di potenziale inadempimento i calciatori che non fossero in grado di garantire un’ottimale resa della prestazione sportiva per ragioni quali un’alimentazione inadeguata.

Tuttavia, in concreto, ogni eventuale azione legale volta a chiedere un possibile ripristino del sinallagma contrattuale ove tale presunto inadempimento fosse legato a legittime pratiche religiose, si scontrerebbe certamente con norme di rango superiore tali da rendere illegittime le pretese dei club.

Ed infatti, la Costituzione, che tutela la libertà religiosa, governa l’intera normativa vigente (fra cui, pertanto, anche le norme che governano l’ordinamento giuridico sportivo) e preclude ogni possibile azione idonea a minare il libero esercizio della religione anche laddove questo comporti una lesione degli obblighi lavorativi.

Interessante anche valutare l’effettiva incidenza del digiuno sulle concrete performance sportive, come parrebbero escludere illustri studi universitari o, banalmente, le ottime prestazioni di alcuni calciatori a livello nazionale e internazionale. 

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Il nuovo volto del padel

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Dalla creazione dell’associazione dei giocatori alla battaglia legale tra Federazione Internazionale e World Padel Tour

 

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Nell’articolo pubblicato su “Le Regole del Gioco”, blog di approfondimento di diritto sportivo dello Studio Legale LegisLAB, l’avvocato Alessia Murgia ha tratteggiato gli aspetti salienti della battaglia legale che vede contrapposti, da una parte, la Federazione Internazionale di Padel (FIP) e l’associazione dei giocatori professionisti (PPA) e, dall’altra, il circuito privato World Padel Tour (WPT).

La creazione della nuova competizione mondiale Premier Padel e la sua incoronazione, da parte della FIP, come unico tour ufficiale dello sport del padel, ha innescato una serie di reazioni da parte di quello che – fino a quel momento – è stato il più prestigioso circuito professionistico.

Infatti, il WPT, competizione privata organizzata dalla società spagnola Setpoint Events, ha contrattualizzato in esclusiva, fino al 2023, i primi 20 giocatori della classifica internazionale, prevedendo stringenti obbligazioni a loro carico.

In particolare, per i top 20 del ranking è vietato competere in altri eventi sportivi diversi dal WPT e da quelli espressamente consentiti dal contratto; per i giocatori che ricoprono posizioni inferiore alla 21esima non vi è un vincolo di esclusiva, ma il solo divieto di partecipare ad altre competizioni nel periodo compreso tra il settimo giorno precedente e il settimo successivo al torneo WPT.

Analogamente a quanto avvenuto in ambito calcistico in occasione dell’annuncio della creazione della Superlega, anche in questo caso le tematiche del libero esercizio dell’attività sportiva sono state portate all’attenzione delle istituzioni europee. La Federazione Internazionale e il “sindacato” dei giocatori, infatti, hanno investito della questione la Commissione europea, presentando una denuncia per violazione degli articoli 101 e 102 TFUE da parte del World Padel Tour.

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